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Angioini e Aragonesi
A Federico II successe nel 1250 il figlio Corrado IV, il quale morì pochi anni dopo lasciando il regno
al figlio di appena tre anni, Corradino. Assunse perciò la reggenza del regno Manfredi, l'altro figlio di
Federico II, che riprese contro il papato l'aggressiva politica paterna. Per combattere Manfresi, il papa
Clemente IV chiamò in Italia Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia Filippo Augusto, offrendogli il regno
dell'Italia meridionale. Con la battaglia di Benevento del 1266, che determinò la sconfitta di Manfredi, figlio
di Federico II di Svevia, subentrarono gli Angioini. Vano fu il tentativo del quindicenne Corradino di cacciare
i Francesi. Battuto a Tagliacozzo (l'Aquila), venne consegnato a Carlo d'Angiò, il quale lo fece decapitare a
Napoli (1268) nella piazza del Mercato. Alcune imbarcazioni pisane abbordarono l'isola d'Ischia ed occuparono
l'odierna Ischia Ponte, ma non riuscirono a convincere gli isolani ad acclamare Corradino contro l'invasore
angioino. Perpetrarono terribili rappresaglie. Carlo I d'Angiò, come avevano già fatto i Normanni, promosse
un'ulteriore serie di lavori al Castello e promosse il commercio marittimo dell'isola: tracce di un antico porto
angioino si notano nell'insenatura degli scogli di S. Anna. Il porto aveva un ruolo fondamentale nei traffici
commerciali e militari del Mediterraneo.
Gli Aragonesi fecero la loro comparsa con i "Vespri siciliani" del 1282: il popolo,
con l'appoggio della Casata spagnola degli Aragonesi e capitanata dallo straordinario condottiero
e corsaro temuto dagli arabi, che fu Giovanni da Procida (nipote del più famoso Giovanni dei "Vespri") ,
si sollevò contro il dominatore francese degli Angioini. Invocato dai Siciliani, sbarcò nell'isola Pietro III d'Aragona,
marito di Costanza, figlia di Manfredi. A conclusione (1302) di duri scontri tra Angioini e Aragonesi, il regno di
Napoli andò ai primi, mentre quello di Sicilia ai secondi. Il Catrum Ieronis fu occupato più volte e
alternativamente dagli Angioini agli Aragonesi, fino a quando Carlo II d'Angiò non lo conquisterà definitivamente nel
1299, punendola duramente per il suo allineamento con gli Spagnoli.
Tale periodo storico fa da sfondo alla
novella di Restituta Bulgari e Giovanni da Procida, che il Boccaccio ambientò tra il Castello, il borgo marinaro
e la baia di Cartaromana.
La devastante eruzione del 1301. Nei primissimi anni del 1300 l'isola subirà
una nuova catastrofe naturale con l'eruzione vulcanica passata alla storia come Eruzione dell'Arso, che colpì
principalmente la zona nord orientale di Ischia. Devastata fu la zona di Fiaiano, dov'era la bocca eruttiva e
la lava arrivò fino alla zona della Mandra, formando così il nuovo promontorio di Punta Molino. Questa eruzione
rese ancor di più insicuro il territorio e comportò l'aumento della popolazione sull'isolotto.
Nel 1309 moriva Carlo II e gli succedeva al trono di Napoli il figlio Roberto d'Angiò che nei primi anni di
regno visitò il Castello accompagnato dalla moglie Sancia e dal poeta Petrarca.
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