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Il ritorno degli Aragonesi
Alfonso il Magnanimo prende il Regno di Napoli. A Ladilslao, re di Napoli, era succeduta la sorella Giovanna II,
la quale cederà l'isola d'Ischia (nel 1420) all'amante Giovanni Caracciolo, detto Sergianni. Durante il regno di
Giovanna, non avendo avuto quest'ultima eredi, Napoli diviene di nuovo al centro dello scontro tra Angioini e
Aragonesi.
Dopo alterne vicende nel 1442 Alfonso d'Aragona entra trionfalmente a Napoli. Col passaggio
agli Aragonesi il Castello rifiorì: il re di Napoli, Alfonso, lo ristrutturò e lo ampliò in modo da divenire la
fastosa residenza reale sull'isola. Inoltre i coloni catalani importarono nell'isola la coltivazione del carrube
e del fico d'India e incentivarono quella della vite e del frumento.
Divenuto re di Napoli, Alfonso
dona il Castello alla giovane amante Lucrezia d'Alagno, la quale a sua volta affida il governo dell'isola al
cognato, Giovanni Torella. Alla morte di Alfonso (1458), il Torella parteggiò contro gli Aragonesi a favore di
Giovanni d'Angiò. Sarà il successore di Alfonso, Ferrante, a sconfiggere gli Angiò.
Dopo la morte
di Ferrante, avvenuta nel 1494, in quello stesso anno scese in Italia Carlo VIII e, giunto a Napoli, mette in
fuga il nuovo re Ferdinando II. Quando il sovrano lasciò l'isola per recarsi in Sicilia, l'affidò in feudo
al Marchese del Vasto, che ne era già governatore. Alla morte di Ferrante II viene eletto re suo zio Federico
d'Aragona, che ordinerà in seguito al Trattato di Granada, che stabilì la spartizione del regno tra Francesi
e Spagnoli, al marchese di consegnare l'isola ai Francesi, questi si rifiutò e nel 1503 organizzò la
resistenza contro la flotta francese.
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